1^ Turismo al museo di Taranto

visita al Museo di Taranto

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Gli alunni della classe 1^ indirizzo Turismo raccontano la visita al Museo di Taranto.

Verso le 8:30 saliamo sul pullman, meta Taranto.
Il cielo è grigio, pioviggina… che peccato! Ma lo spirito è allegro.

Dopo aver tanto sentito parlare di questa città, delle sue origini e della sua storia, adesso finalmente possiamo vedere di persona le testimonianze della più grande colonia della Magna Grecia. Dopo un’ora di viaggio siamo arrivati a Taranto e ci siamo incamminati verso il museo dove siamo stati accolti dalla guida che ci ha condotto all’ultimo piano per cominciare il percorso didattico ed introdurci nelle meraviglie del mondo antico. Infatti eccoci a tu per tu con la statua in bronzo di Zeus, nell’atto di impugnare il fulmine, dall’alto del suo capitello, mentre di fronte troneggia “la Dea in trono” scolpita nel marmo. Il percorso cronologico continua tra le anfore finalmente decorate raffiguranti scene di vita quotidiana, giochi sportivi e varie suppellettili utilizzate nello svolgimento dei complessi rituali di seppellimento e delle altre pratiche funerarie.
Ed eccoci di fronte a qualcosa di veramente unico: “Il sarcofago dell’atleta” di mirabile fattura, risalente agli inizi del V secolo a. C. All’interno abbiamo potuto vedere il suo scheletro grazie ad un gioco di specchi, mentre un televisore proiettava le immagini del suo ritrovamento e di come doveva essere stata la tomba in pietra, nella versione originale. Il Sarcofago è circondato da 4 anfore panatenaiche con i decori delle gare in cui l’atleta era stato vincitore.

Abbiamo continuato il percorso dedicato alla città greca che soprattutto alla cultura funeraria e ci siamo ritrovati di fronte alla ricostruzione di un grande edificio funerario con elementi architettonici e tracce dell’originaria policromia perduta con fregi e frontoni realizzati nella pietra locale. Impressionante è stata la visione della ricostruzione delle tombe degli atleti, poste una vicina all’altra ed ai relativi corredi funerari.

Il nostro viaggio nell’antichità è continuato con la visita alle vetrine riservate all’oreficeria: diademi, orecchini, collane, monili usati in vita dalle donne dell’epoca, ma anche corone destinate alle pratiche funerarie.
Di grande evidenza è stato il famoso “ orecchino navicella” con una ricca lavorazione in filigrane, simbolo che abbiamo ritrovato sul nostro biglietto d’ingresso e poi quello che ci ha più stupito è stato “lo schiaccianoci” in bronzo, a forma di avambracci femminili con braccialetti serpentiformi in oro.
Per non parlare del diadema in oro e smalti risalenti al III-II secolo a.C. e relativo scettro provenienti dalla “ tomba degli ori” di Canosa. E così tra una vetrina e l’altra, sala dopo sala, siamo giunti nella sala XIV del museo MARTA dove ci siamo imbattuti nelle superbe opere dei pavimenti a mosaico raffiguranti animali, disegni vari e un riquadro centrale con il rapimento di Europa.
Altri mosaici erano appesi alle pareti, con altri simboli e disegni di grifi. Il tempo è volato, il nostro giro è finito e lo abbiamo capito quando ci siamo ritrovati vicino all’enorme “testa di Eracle” in marmo, che ci aveva accolto al nostro ingresso.
A malincuore ci siamo separati dalla guida e dopo aver fatto una foto di gruppo con lo sfondo di Eracle, siamo usciti dal museo pronti a rituffarci nella nostra realtà.

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